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Banca dello Stato Pontificio

Lo Stato Pontificio, detto anche Stato Ecclesiastico o Patrimonio di San Pietro (Stato della Chiesa fu il suo nome ufficiale fino al 1815), fu uno Stato italiano costituito dall'insieme dei territori su cui la Santa Sede esercitò il proprio potere temporale dal 756 al 1870. La forma di Stato era la monarchia assolutista d'ispirazione religiosa (ierocrazia) rappresentata dal Papa, che esercitava la sua giurisdizione con pieni poteri. Durante la sua esistenza, ebbe periodi in cui il prestigio e l'influenza della Santa Sede sullo scacchiere politico europeo furono rimarchevoli; la proiezione internazionale del pontefice è sempre stata notevolmente superiore rispetto a quella dello Stato Pontificio, dati i limiti territoriali che le circostanze storiche avevano assegnato allo Stato, in quanto la quasi totalità degli Stati europei erano retti da monarchie cattoliche che riconoscevano come suprema autorità quella del papa, che poteva scomunicare i sovrani e sciogliere feudatari e sudditi dal giuramento di fedeltà al proprio sovrano. Inoltre, i vincoli di vassallaggio dettati dalla Santa Sede condizionarono talvolta importanti Stati indipendenti come il Regno di Sicilia, il Regno di Napoli, il Regno d'Inghilterra, il Regno di Francia, il Regno di Spagna, il Regno del Portogallo, il Sacro Romano Impero, la Corona d'Aragona, il Regno d'Ungheria, l'Impero austriaco e tanti altri.

Lo Stato Pontificio terminò la sua esistenza con gli eventi del Risorgimento italiano: dapprima, con l'invasione sabauda e la successiva annessione di tre legazioni (le Romagne, le Marche e l'Umbria) al nuovo Regno d'Italia nel 1859-1861 e, quindi, in maniera definitiva nel 1870, con la breccia di porta Pia e la successiva annessione dei territori restanti, ovvero la quarta legazione e il circondario di Roma. 

Banca Nazionale Toscana

Nel Granducato arrivarono ad esserci sei banche di emissione: la Banca di Firenze (1816), la Banca di Livorno (1836), la Banca di Siena (1841), la Banca di Arezzo (1846), la Banca di Pisa (1847) e la Banca di Lucca (1849).

Nel 1857 si fusero la Banca di Firenze e la Banca di Livorno. Nel 1860 confluirono nel nuovo istituto, chiamato Banca Nazionale Toscana, anche le altre banche d'emissione.

Dopo l'Unità nazionale del 1861, la Banca Nazionale Toscana fu una delle sei banche italiane con diritto di emissione monetaria. A partire dal 1874 fece parte del Consorzio obbligatorio degli istituti di emissione.

Come altri banchi d'emissione privati, la Nazionale Toscana era in quotata in borsa. In particolare fu quotata alla borsa di Milano dal 1891 al 1894.

In seguito alla legge n. 449 del 1893, essa venne fusa insieme alla Banca Nazionale del Regno d'Italia, alla Banca Toscana di Credito per le Industrie e il Commercio d'Italia e alla gestione liquidatoria della Banca Romana, per dare vita all'attuale Banca d'Italia.

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